L’Uomo e l’Ulivo
Quello tra l'uomo e l'ulivo è un legame antico, la sua coltivazione sembra risalire ad almeno 6.000 anni fa in Asia Occidentale per poi diffondersi in tutta l’area mediterranea dove il suo culto fu consacrato da tutte le religioni. Da sempre è considerato un simbolo di spiritualità e sacralità, di pace e valore, sinonimo di fertilità, rinascita e resistenza alle ingiurie del tempo.
È definito “albero della vita” proprio per la sua capacità di vivere per millenni senza bisogno di cure o pesticidi, olivi centenari, infatti, possono essere estirpati, trasportati per migliaia di chilometri, trapiantati e attecchiranno sempre continuando a scrivere la loro storia in ogni singolo ramo.
Da diversi millenni l’olivo è presente nella storia della medicina e dell’erboristeria e il suo oro prezioso è la base della "Dieta Mediterranea".
Ci piace ricordare la forza delle sue radici, la semplicità della sua bellezza, l’eternità del suo tempo, la preziosità del suo olio con alcuni versi tratti da “La canzone dell’ulivo di Giovanni Pascoli".
… Non vuole,
per crescere, che aria, che sole,
che tempo, l’ulivo!
Nei massi le barbe, e nel cielo
le piccole foglie d’argento!
Tra i massi s’avvinghia, e non cede
se i massi non cedono, al vento.
Noi mèsse pei figli,
noi, ombra pei figli de’ figli,
piantiamo l’ulivo!
Tu, placido e pallido ulivo,
non dare a noi nulla; ma resta!
ma cresci, sicuro e tardivo,
nel tempo che tace!
ma nutri il lumino soletto
che, dopo, ci brilli sul letto
dell’ultima pace!
In questi versi è chiaro come l'ulivo diventa il simbolo del futuro, come magia, resiste al tempo e alle intemperie, infonde agli uomini pace e serenità, lega tra loro più generazioni, dando ai padri la soddisfazione d'aver piantato un albero non per il proprio bene, ma per quello dei figli e dei posteri, dona il suo frutto prezioso che non solo dà nutrimento, ma anche luce che ci accompagna per tutta la vita.